Nell’attività terapeutica il rapporto fra me, come musicoterapista, e la famiglia del bambino, e in particolar modo il contatto e la partecipazione attiva della famiglia nella terapia si esplicano soprattutto mediante due sistemi:
- il colloquio con i genitori come mezzo di accompagnamento nella musicoterapia individuale;
- il coinvolgimento attivo della famiglia nel setting allargato.
- la reciproca conoscenza e visita delle stanze dove hanno luogo le sedute terapeutiche;
- esporre le capacità e le difficoltà del bambino, il livello di integrazione in famiglia e in strutture extra familiari, le eventuali altre attività terapeutiche;
- delineare le aspettative dei genitori verso la terapia e l’attività musicoterapica e gli obiettivi perseguibili;
- presentare il metodo di lavoro personale, il procedimento metodico e la volontà alla collaborazione con i servizi presenti sul territorio che si occupano del bambino;
- comunicare le particolarità del bambino che potrebbero direttamente influire sulla musicoterapia (ad esempio: l’epilessia, le sonde allo stomaco, i gesti di etero-aggressività, i disturbi di percezione ecc.)
- stabilire accordi comuni sul contratto per la terapia, sulle date ed altri elementi di ordine logistico.
- Protocollo n. 70 del 3 marzo 2000
- Data di protocollo: 7 marzo 2000
- Paziente: Marina
- Musicoterapista: W. Fasser
- Durata della seduta: dalle 16.00 alle 16.45
- Modo di lavoro: musicoterapia integrativa
- Luogo di lavoro: Atelier “il Trillo”, stanza per il trattamento musicoterapico
- Setting: standard. Sul tappeto ci sono un fazzoletto giallo, dieci sacchettini
- Altre persone presenti: la madre e la sorella
- Documentazione: scritta