Lo strumentario essenziale dell’atelier di musicoterapia è costituito, oltre che dagli strumenti musicali formali, anche da oggetti quotidiani: ad esempio coperchi di pentole che possono essere utilizzati per fare musica.
In un approccio lavorativo ad orientamento olistico ciascun corpo sonoro e ciascun strumento musicale hanno un significato specifico ed esclusivo che si mostra nell’uso formale ed informale oppure nella relazione con altri oggetti o strumenti; altrimenti, hanno un significato mutevole che nasce attraverso la relazione affettiva fra musicoterapista e paziente.
Di Wolfgang Fasser, Musicoterapeuta, SMFT, AIM
Accanto al risultato sonoro-musicale, nel percorso ludico (maneggiare, giocare e musicare) emergono anche altri effetti terapeutici extra sonori musicali. Ad esempio, suonando il tamburo in pelle con entrambe le mani, oltre alla capacità di percezione uditiva ed espressiva, vengono esercitati anche la mobilità, l’equilibrio, la coordinazione e la percezione corporea e attraverso il tastare, l’afferrare e il guardare lo strumento si esercita il suo riconoscimento e quello dell’ambiente mediante l’ombra sonora.
I bambini affetti da paresi cerebrale-infantile (PCI) spesso si annoiano con i semplici esercizi funzionali per il miglioramento delle loro funzioni motorie e di conseguenza esprimono atteggiamenti di rifiuto. Al contrario, l’interesse per il dialogo gestaltico musicale nel contesto ludico della musicoterapia infantile spinge i piccoli ad esercitare con entusiasmo gli stessi movimenti. E’ per questo che spesso nell’attività creativa le aspettative, le modalità motorie e il processo di rilassamento con una tale motivazione cambiano completamente.
Il dialogo gestaltico nell’ottica della stimolazione specificamente sensoriale-motoria nel gioco strumentale a fini terapeutici ha effetti positivi sugli elementi di base. Ad esempio, un trattamento di un bambino con disprassie contiene principalmente il sostegno di:
- integrazione vestibolare-proprioceptiva-tattile e dello schema corporeo;
- controlli motori grossolani e fini, la lateralizzazione e la coordinazione occhi-mano;
- percezione visiva e/o acustica, sequencing visiva e/o uditiva, consapevolezza e organizzazione spaziale;
- dinamica di coordinazione e programmazione motoria;
- capacità di attenzione e concentrazione, spettro di attenzione e rispettiva costanza e durata;
- capacità di ascolto e linguistica;
- fiducia in sé e autostima;
- apprendimento in generale, anche teorico (attraverso deduzioni logiche) e esplorativo esperenziale (attraverso la ricerca e esplorazione).
- I bambini spesso non razionalizzano la loro malattia o sofferenza.
- I bambini sfidano il setting musicoterapico perché non lo riconoscono soltanto come spazio d’incontro incentrato sulla musica; sono curiosi e, ciascuno a modo loro, vorrebbero provare; gli oggetti per loro potrebbero avere un significato diverso da quello basilare.
- I bambini sfidano i musicoterapisti sia attraverso la loro direzionalità, la loro rappresentazione scenica naturale, sia attraverso il musicare spontaneo ed informale. E’ per questo che non è facile accompagnare al pianoforte le melodie inventate oppure accompagnare un vivace modo di suonare le percussioni, irregolare ed imprevedibile. Nella musicoterapia con bambini il musicoterapista deve aprirsi, ancor più che con gli adulti, alle esigenze e ai desideri, nonché alla capacità e alla prontezza al dialogo e ai cambiamenti derivanti dall’interazione sonora attraverso l’osservazione; inoltre, deve arricchire l’incontro con altre forme espressive come il gioco e il disegno.
- la regolazione del tono muscolare ed emotivo, ovvero tonificare o rilassare;
- la stimolazione della coordinazione delle abilità manuali bilaterali;
- la stimolazione della motorietà fine e grossolana della mano e del braccio;
- la stimolazione del controllo degli impulsi e del regolamento della forza;
- l’apprendimento dell’ascolto sia in generale che in particolare nel caso di bambini con problemi di udito;
- la sensibilizzazione della completa esperienza di ascolto attraverso il potenziamento dell’ascolto tattile-proprioceptivo-uditivo;
- la sensibilizzazione della percezione proprioceptiva uditiva-tattile e l’integrazione di percezioni esterne ed autopercezioni;
- l’avviamento linguistico, la formazione vocale e l’elaborazione della sensazione di melodia sia della parola sia della frase;
- la sensibilizzazione della capacità di intonazione nel parlare e nel cantare;
- la sensibilizzazione dell’interazione e stimolazione dialogica reciproca;
- il rilassamento dei terapisti.